Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14, Pasquale Mastrogiacomo.
Sbadiglio di un toro 1, 1993 terracotta patinata cm 20x9x19, Pasquale Mastrogiacomo.
Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14, Pasquale Mastrogiacomo.
Sbadiglio di un Toro 1, 1993 terracotta patinata cm 20x9x19, Pasquale Mastrogiacomo.
Sbadiglio di un Toro 1, 1993 terracotta patinata cm 20x9x19,Pasquale Mastrogiacomo.
Sbadiglio di un Toro, 1995 scultura in terracotta cm 17x22x8, Pasquale Mastrogiacomo.
Sbadiglio di un Toro, 1995 scultura in terracotta cm 17x22x8, Pasquale Mastrogiacomo.

Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14, Pasquale Mastrogiacomo.

Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14, Pasquale Mastrogiacomo.
Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14,Pasquale Mastrogiacomo.

Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14, Pasquale Mastrogiacomo.
Sazio il Toro sbadiglia, 1994 terracotta patinata cm 23x18x14, Pasquale Mastrogiacomo.

La serie dei “tori”, realizzata tra il 1994 e il 1995, nacque da una profonda suggestione, la guerra nei Balcani, che in quegli anni si presentava al mondo con tutta la crudeltà del conflitto etnico.
Lo scatenarsi di quella brutalità, le immagini di morte e distruzione trasmesse in televisione, scossero non poco la coscienza dell’autore. Le opere, infatti, danno forma al disagio e all’inquietudine, provocati da tanta violenza, e luce a quelle ombre di disperazione che vorticosamente roteavano, come ridda infernale, nella sua mente.
La scelta del toro, simbolo di brutalità e violenza, vuole essere un omaggio a Picasso che nel Toro di “Guernica” evoca la figura mitologica del minotauro.
I tre tori sono formalmente stilizzati ma con in evidenza due elementi prominenti: la pancia e lo sbadiglio.
L’intenzione è quella di personificare quella violenza insensata, raffigurandola senza troppi “ermetismi formali” o “concettualismi espressivi”, ormai stanca, sdraiata scompostamente e annoiata, perchè dopo millenni di guerre sanguinose è stufa del perpetrarsi di tali barbarie.
Le forme sono lineari, le dimensioni piccole con l’onere però di rappresentare un’immensa crudeltà. La pancia gonfia, ben in mostra, è piena delle urla di tante vittime. La forza dello sbadiglio, come atto naturale di chi è stanco e annoiato, ne stravolge la forma, ne sintetizza il concetto ne amplifica lo sdegno.

Sated the bull yawn, yawn of a bull1, yawn of a bull2 – Pasquale Mastrogiacomo

The series of “bulls”, painted between 1994 and 1995, was born from a deep fascination, the war in the Balkans, which in those years was presented the world with all the cruelty of ethnic conflict.
The outbreak of the brutal images of death and destruction on television, not a little shocked the conscience of the author. The works, in fact, shape the discomfort and to concerns, caused by such violence, and light to those shadows of despair that whirling dizzily, as hellish turmoil in his mind.
The choice of the bull, symbol of brutality and violence, is a homage to Picasso in the Bull “Guernica” evokes the mythological figure of the minotaur.
The three bulls are formally stylized but show two prominent factors: the belly and yawning.
The intention is to personify the senseless violence, portrayed without much “hermeticism formal” or “conceptualism expressive”, tired now, sprawled and bored, because after centuries of bloody wars are tired of the perpetrator of such barbarity.
The forms are linear, the small size but with the burden of representing an immense cruelty. The swollen belly, clearly visible, is full of cries of many victims. The power of the yawn, as natural act of one who is tired and bored, it distorts the shape, synthesizes the concept amplifies the anger.

 

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