Locandina, Capitale Umano, domenica 12 novembre, Pasquale Mastrogiacomo e Giuseppe Di Guida
Locandina, Capitale Umano, domenica 12 novembre, Pasquale Mastrogiacomo e Giuseppe Di Guida
Locandina, Capitale Umano, domenica 12 novembre, Pasquale Mastrogiacomo e Giuseppe Di Guida

La mostra si è tenuta presso

Associazione Culturale CAOS TEATRO

via Della Libertà- 402 C

80018 Villaricca (NA) 

dal 12 al 30 Novembre 2017

“Capitale umano”: quando l’arte denuncia ogni forma di servitù politico-sociale.

La mostra “Capitale umano” non è una semplice esposizione di “prodotti” artistici ma un evento che programmaticamente intende rivelare e far riflettere su alcune verità, o parti di essa, occultate o poco note all’opinione pubblica, sempre più orwellianamente controllata e distratta da cose di poco conto.
Tutto si riduce a puro consumo. Le convinzioni costruite a tavolino da esperti “sacerdoti”, guardiani del nuovo ordine mondiale, vengono messe in discussione attraverso un linguaggio che diventa un atto di giudizio e di rivolta estetica.
Non troviamo, nelle opere esposte, nessuna “imitazione virtuosistica” del reale, piuttosto, raffigurazioni feroci di quello che si cela dietro l’esteriorità fabbricata ed esibita.
L’arte diventa istruttiva, esortativa, insurrezione. I colori si colmano di una intensità che giunge da lontano rischiarando il presente di obblighi e lacci che impediscono il libero pensiero. Gli oggetti comuni si animano sollecitati da tensioni interne e si presentano all’osservatore destabilizzandone ogni schema mentale fin qui introiettato.
Lungo il percorso degli “esposti” si sentono le grida di sofferenza, i sogghigni di compiacimento, il passo scandito di eserciti senza testa, il frastuono rintronante di caccia da guerra deliranti, il lambiccare chimico di cibi sempre più artificiali, la degenerazione che diventa uniforme, il brontolare rabbioso dei guardiani del Potere, nelle vesti di quelli che dovrebbero essere i paladini di Categoria dei lavoratori ma diventano parte integrante del sistema e ipocritamente si presentano come uomini integerrimi, si sente l’invidia dei piccoli uomini che sbuffano, la follia cinica dei costruttori di morte.
Se si prova ad ascoltare vedendo, l’osservatore viene spinto in un viaggio interiore dove le angosce, le inquietudini, sembrano delle piume bianche smosse dal vento della ragione e della rivalsa.
Le emozioni del pubblico e quelle degli autori si intensificano vicendevolmente in uno slancio di libertà.
Un percorso, quello della mostra, in cui le preoccupazioni per il presente e per il futuro si materializzano attraverso opere con un significato politico-sociale evidente, intrise di contemporaneità, non descrittivo delle apparenze ma del recondito.
Linguaggi apparentemente diversi si confrontano e parlano di una estetica poco amata dai tanti, non ornamentale, “bella”, mondana ma impregnata di profondi contenuti.
Pasquale Mastrogiacomo

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