I poteri, 2013 olio su tela cm 60x80, The powers, oil on canvas, Pasquale Mastrogiacomo, Acerno (SA).
I Poteri (The Powers), 2013 dipinto olio su tela ( oil on canvas) cm 60x70, Pasquale Mastrogiacomo, Acerno (SA).
I Poteri (The Powers), 2013 dipinto olio su tela ( oil on canvas) cm 60×70, Pasquale Mastrogiacomo, Acerno (SA).

I Poteri

Uno scranno di pietra, al centro della composizione pittorica, si mostra divino spiritu agli occhi indagatori e interessati dell’osservatore. Intorno un paesaggio desertico, attraversato da armate di sanguisughe, mentre all’orizzonte affiorano catene montuose dalle cime innevate. Sovrasta la scena un cielo livido, carico di trepidazione e dei veleni emessi dai comignoli fumanti che nascondono il volto di insospettabili sanfedisti in divisa. Ai lati due vescovi-colonna incorniciano la tela.La seduta del trono si protrae verso il fondo come un trampolino che guida lo sguardo ad un nuovo orizzonte nitido e lucente sul quale però pende la minaccia di una cravatta sanguinante. Dai suoi braccioli due cipressi svettano prepotenti sottolineando il profilo a sesto acuto dell’arco che funge da schienale.  Le crepe che scavano la pietra testimoniano il fluire del tempo sorvegliato dai Poteri. Il dipinto invita a riflettere sulla presenza di poteri occulti in seno ad istituzioni di specchiata moralità e sul desiderio dell’uomo di una rinnovata umanità libera da giochi di ruolo e corruttele. Un discorso sottile attento all’attualità ma che sa giungere a considerazioni, indipendentemente dal contingente, sul senso dell’uomo e dell’etica. Un filo conduttore unisce i dipinti dell’artista in una profonda riflessione sulle condizioni dell’uomo e della natura, svolto con un linguaggio ermetico e simbolico in cui il soggetto rappresentato diventa discorso e la forma monito in un infinito racconto saggistico.

The powers

A bench of stone, the center of the pictorial composition, it shows divino spiritu eyes inquisitive and interested observer. Around a desert landscape, crossed by armies of leeches, while the horizon emerge from the snow-capped mountain ranges. Dominates the scene a leaden sky, full of trepidation and poisons emitted by smoking chimneys that hide the face of unexpected Sanfedists in uniform. Flanked by two bishops-column frame the canvas. The seat of the throne continues to the bottom as a springboard that leads the eye to a new horizon sharp and shiny on which, however, are threatened by a bloody tie. From his arms two cypresses towering bullies emphasizing profile lancet arch that serves as a backrest. The cracks that dig the stone bear witness to the passing of time guarded by Powers. The painting invites us to reflect on the presence of occult powers within institutions of exemplary morality and the human desire for a renewed humanity free from role playing games and corruptions. A speech thin attentive to current events but who knows reaching considerations, regardless of the contingent, the sense of man and ethics. A common thread unites the paintings of the artist in a deep reflection on the conditions of man and nature, carried out with a hermetic language and symbolic in which the subject represented becomes discourse and shape warning in an infinite narrative essay.

 In collezione  privata

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