Grido disperato, 1997 terracotta h.cm 19, Pasquale Mastrogiacomo.
Grido disperato, 1997 terracotta h.cm 19, Pasquale Mastrogiacomo.
Grido disperato, 1997 terracotta h.cm 19, Pasquale Mastrogiacomo.

L’opera raffigura un uomo seduto con le gambe incrociate, la testa reclinata, la bocca strepitante, le braccia distese lungo il corpo e ben aggrappate per placare un impeto interiore di sollevazione che ne torce la forma.
Le gambe fuse, a forma di puleggia, in contrasto alla fissità delle braccia, attribuiscono all’opera una tensione e un dinamismo che coinvolgono l’osservatore in una serie di interrogativi riguardanti la propria esistenza, e in generale l’agire umano.
Il tumulto che stravolge l’interiorità dell’uomo è quello della coscienza sempre più disgiunta dalla ragione e dalla condotta.
Il grido messo in risalto dalla bocca spalancata è un grido di sfogo, di espiazione, un rodio vorticoso incoercibile e devastante che l’uomo proprio non riesce ad esternare. Una persistenza punitiva, dimostrativa, un richiamo alla consapevolezza e alla ragione, un ammonimento all’estraniazione e alla mediocrità. Non un moto moralizzatore, piuttosto una nemesi, un dimenio purificatorio, uno sconvolgimento illuminante che vuole richiamare l’interesse sulla scelleratezza dell’alienazione umana.

 Desperate cry-Pasquale Mastrogiacomo

The work depicts a man sitting with his legs crossed, head tilted, mouth whooping, arms stretched along the body and well clinging to quell a surge of inner uprising that twists the form.
The legs fused, shaped pulley, in contrast to the rigidity of the arms, give the work a tension and dynamism that involve the viewer in a series of questions regarding its existence, and in general human action.
The inner turmoil that distorts the human consciousness is increasingly divorced from reason and conduct.
The cry highlighted the gaping mouth is a cry of relief, of expiation, a vortex uncontrollable and devastating that the man just can not outsource. Persistence punitive demonstration is a call for awareness and reason, a warning foreignness and mediocrity. Not a moralizing motion, rather than a nemesis, a size purifying, illuminating an upheaval that will draw interest on the wickedness of human alienation.

 

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